La foto di copertina è generica
Erano le ore 10 del 16 gennaio quando una dottoressa dai capelli biondi e lunghi si avvicinò per visitarlo.
Ricordo che con molta dolcezza lo spogliò, lo pesò e sentì il battito del suo cuore. “Signora, il bambino ha perso qualche grammo ma è fisiologico nei primi giorni di vita! Inoltre volevo dirle che ha un piccolo soffio al cuore ma nulla di preoccupante”.
Queste furono le sue parole! Iniziai a preoccuparmi, ma parlai con il mio ginecologo che mi tranquillizzò. Alle 18 arrivò un’altra dottoressa che portò Alessandro in pediatria. Dopo una mezz’oretta mi chiamarono e mi spiegarono che il soffio era più preoccupante di quello che pensavano e che avrebbero dovuto sottoporlo ad esami specifici.
I miei occhi si riempirono di lacrime e non potevo crederci! La mia mente si riempì di pensieri, domande, preoccupazioni e tante paure! Ma tutte le risposte sarebbero dovute arrivare il giorno dopo. Alle 13 del 17 gennaio il responsabile del reparto della TIN ci fece accomodare nel suo studio. Iniziò a parlare spiegandoci la situazione del cuore di Alessandro nominando la parola “TETRALOGIA DI FALLOT”. E fu così che ritornarono le preoccupazioni e le paure della sera prima. Non avevo mai sentito parlare di questa malattia, né sapevo cosa fosse. Io e mio marito ci guardammo con gli occhi pieni di lacrime ma sapevamo che avremmo dovuto solo darci forza l’uno con l’altro.
Ci siamo subito informati, abbiamo chiesto consigli e ci siamo confrontati con le altre esperienze. Ci avevano comunicato che avrebbe dovuto affrontare il suo primo intervento quando avrebbe raggiunto i 7 kg. E così fu! Dopo mesi di visite, verso la fine di Aprile chiamarono dall’ospedale di Roma per comunicarci la data del ricovero per l’intervento. Il 9 maggio sarebbe stato operato.
Di quel giorno non dimenticherò mai il sorriso che fece prima di entrare in sala operatoria…Sembrava volesse tranquillizzarci! Io lo salutai dietro la porta mentre mio marito entrò con lui finché non lo fecero addormentare. Dopo nove lunghissime ore di attesa, finalmente ci chiamarono! Ci dissero che l’intervento era andato benissimo e ci fecero vedere Alessandro. Le sensazioni che provammo in quel momento io e mio marito non le riusciamo a spiegare ancora oggi! Eravamo contenti per la riuscita dell’intervento ma tristi nel vederlo così! Alessandro si riprese dopo una settimana e lo riportarono in reparto. Fu li che imparò la sua prima parola: “MAMMA”! Dopo due settimane siamo usciti dall’ospedale, contentissimi per aver vinto, in parte, questa battaglia!
Adesso Alessandro ha un anno e ha una forza incredibile!!